Io HO fede. Questo, devi capire. La possiedo. Sì, in un certo senso è lei che mi possiede. Ma allo stesso tempo, è mia. Come un polmone, o un piede o un orecchio. Nello stesso modo, io ho vita, ho fede. Beh, combatto. Come colui che ha una vista debole si sforza di vedere, di mettere di nuovo a fuoco; nello stesso modo talvolta la mia fede si indebolisce, diventa nebulosa. Non che la fede sia imperfetta. Ma io sì. Oh sì, lo sono. Eppure, la fede rimane mia, nella debolezza, nel dubbio, non meno mia di un qualunque mio attributo fisico o qualità. Anche di più. Tu mi metti alla prova con le tue domande, cerchi - senza convinzione - di nascondere la tua compassione, la tua sensazione che non io non sia nel giusto, come se di trattasse di una parrucca che puoi togliermi, una bolla che puoi far scoppiare. E a me va benissimo che tu mi metta alla prova, che tu mi dica che sono cieco, che sono perduto. Accolgo queste tue opinioni come una spiaggia accoglie l’acqua. Come l’acqua accoglie il vento. Perché il tuo dubbio è come una luce sulla mia convinzione. Perché mi ricorda che quello che tu vuoi scacciare, la cosa di cui tu mi vuoi liberare come fosse un’ombra che mi impedisce di vedere, è parte di me come il mio sangue. Puoi averla – la condividerei volentieri con te – ma non potrai mai togliermela.